Nato a Pescara nel 1939, Franco (Francesco) Bellomo ha iniziato a fotografare all’età di 13 anni. La sua educazione all’immagine fu portata a termine in camera oscura a fianco del padre fotografo e maestro del bianco e nero. Dopo il servizio militare allo Stato Maggiore della Difesa, Bellomo nei primi anni ’60 entra a far parte dell’agenzia giornalistica di Ezio Vitale, Italy’s News Photos, per passare qualche anno dopo alla Roma’s Press Photo di Sergio Spinelli, specializzandosi in special cinematografici. Lasciata la Roma’s Press Photo, con cui continua collaborare, stringe rapporti con altri fotografi (Pierluigi, Mario Tursi) ed entra definitivamente nel mondo del cinema. Da quel momento diviene un apprezzato fotografo di scena, avviando collaborazioni con grandi registi come Mario Monicelli (La ragazza con la pistola), Vittorio De Sica (Il giardino dei Finzi Contini, Lo chiameremo Andrea), Valerio Zurlini (La prima notte di quiete), Federico Fellini (Casanova, E la nave va), Liliana Cavani (Il portiere di notte, Al di là del bene
e del male), Michelangelo Antonioni (Identificazione di una donna), Marco Ferreri (La casa del sorriso) e Luigi Comencini (La Storia, La Bohème, Buon Natale …buon anno, Marcellino pane e vino). Segue numerose lavorazioni dei film di Dario Argento, da Profondo rosso a La terza madre. Nel suo curriculum figurano anche importanti coproduzioni internazionali come La tenda rossa di Michail Kalatozov e Nina di Vincent Minnelli. L’ultimo suo impegno di rilievo è stato Noi credevamo di Mario Martone.
Il Quarzo all’esordiente va a Rosario Cammarota per Ciao bambino per un uso della luce e della composizione pittorico e ricercato, capace di mantenere una forte carica emotiva senza mai scivo- lare nell’estetismo. Una fotografia che restituisce dignità, bellezza e senso a luoghi, persone e volti spesso celati, mortificati dall’ingiustizia e dalla dimenticanza.
Nato a Napoli, Rosario Cammarota si forma all’Accademia di Belle Arti e alla Shot Academy di Roma. La passione per la fotografia cinematografica nasce durante gli anni dell’Istituto d’Arte, ispirato dalla forza visiva di Persona di Ingmar Bergman. Il suo esordio avviene a vent’anni con il primo cortometraggio di Edgardo Pistone, seguito da una serie di lavori, tra cui Le mosche, premiato alla Mostra del Cinema di Venezia. Negli anni costruisce un percorso solido tra cinema, serie TV, corti e videoclip, collaborando con diversi direttori della fotografia. Ciao Bambino segna un debutto importante per lui e per gran parte del team: un progetto maturato nel tempo, che ha
rappresentato un’esperienza profondamente illuminante, sul piano umano e artistico.
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